da Daniela Di Leo Naturopata | Gen 8, 2017 | Alimentazione, Intolleranze Alimentari, Rimedi Naturali
Terra Diatomacea di Grado Alimentare
Proprietà di pulizia delle pareti intestinali, riesce ad eliminare eventuali parassiti che sono presenti nel tratto digestivo.
La terra diatomacea viene spesso raccolta in aree in cui un tempo vi erano grandi masse d’acqua, che conservano tutti i depositi dei residui di scheletri, che ormai sono diventati fossili. Proprio queste sostanze offrono dei benefici naturali unici.
Una volta raccolta, viene utilizzata per diversi scopi, sia industriali che alimentari.

Per esempio viene usata per i sistemi che filtrano le acque delle piscine, oppure come insetticida non tossico. Anche a livello alimentare questa farina fossile è usata in diversi contesti, perché consente di poter avere diversi benefici per la salute.
Tra i punti di forza della terra diatomacea, c’è sicuramente la proprietà di pulizia delle pareti intestinali.
Infatti, si comporta come una sorta di scrub, ovviamente non tossico, che riesce ad eliminare eventuali parassiti che sono presenti nel tratto digestivo. A questo, poi, va aggiunto il fatto che passando all’interno del tubo digerente, riesce ad assorbire tutti gli agenti patogeni presenti al suo interno, come per esempio i virus e i batteri; oltre che assorbire e quindi rimuovere i residui di farmaci, i metalli pesanti e i pesticidi.
La terra diatomacea, essendo formata per almeno l’85% di silice amorfa, e da ben altri 20 minerali; presenta una serie di benefici unici per la salute del corpo. Infatti la silice è molto efficace per combattere e prevenire l’invecchiamento precoce, eliminando le macchie dell’età, e aiutando a riparare e mantenere l’elasticità dei tessuti polmonari.
Assunta con regolarità, la terra diatomacea, consente anche di poter beneficiare di tantissimi altri vantaggi legati alla salute, quali per esempio: riduzione della pressione arteriosa e del colesterolo cattivo, alleviare i dolori alle articolazioni, benessere della pelle, dei capelli, delle unghie, oltre che denti e gengive più sani.
- sconsigliato l’uso in caso di infiammazione del colon.
- Dose consigliata: la dose da prendere ogni mattina è di 1 cucchiaino
La terra diatomacea è l’ideale anche per i vostri animali domestici, cani, gatti. Mescolatela al loro cibo, o alla lettiera per eliminare gli odori. La terra diatomacea, è usata anche come antiparassitario, riuscendo a controllare in maniera efficace gli acari, i vermi, ma anche le zecche e le pulci, che sono una piaga per i vostri amici a quattro zampe.
La terra diatomacea deve essere sciolta in un succo di frutta e bevuta ogni mattina. Questo prodotto non presenta nessun tipo di sapore, anche se deve essere ben mescolato per consentire di sciogliersi.
Ingredienti: terra diatomacea ( farina fossile) senza additivi.
Nota
La terra diatomacea può cambiare il proprio colore in base al luogo di provenienza.
Erbavoglio analizza scrupolosamente i propri prodotti e la loro terra diatomacea alimentare non è calcinata, ma pura con un altissimo grado di silicio. Il colore è grigio chiaro e ha la consistenza di una polvere sottile.
Proprietà di pulizia delle pareti intestinali, riesce ad eliminare eventuali parassiti che sono presenti nel tratto digestivo
Terra Diatomacea di Grado Alimentare
Erbavoglio

€ 22,00 
da Daniela Di Leo Naturopata | Dic 11, 2015 | Rimedi Naturali
La BENEDIZIONE della FEBBRE
Non esiste influenza ed ancor meno esiste il virus che la causa. Non esiste influenza ma solo ignoranza. Non esiste come mostro, come malattia, come problema reale… La febbre è al contrario della malattia una benedizione
La BENEDIZIONE della FEBBRE
Insisto nel dire che non esiste l’influenza.
Non esiste come mostro, come malattia, come problema reale, come concetto medico al pari di tante altre opinioni caratterizzanti la traballante e posticcia incastellatura sanitaria.
Non esiste l’influenza, e ancor meno esiste il virus che la causa, e non esiste il ceppo e i ceppi che la fanno variare di anno in anno.
Gli unici veri ceppi che ammetto sono quelli degli alberi tagliati nei boschi che ci circondano.
Se non la chiami influenza, che cavolo è mai allora?
Ma qualcosa ci deve pur essere.
Facciamo finta di credere alle tue trovate. Cos’è che esiste allora, al posto dell’influenza?
Esiste un fatto preciso, e cioè che la gente, almeno parte di essa, è viva e sana nonostante tutto, per cui il suo sistema immunitario reagisce agli insulti che l’organismo riceve oltre il livello di tolleranza massima.
Esiste cioè la goccia che fa traboccare il vaso per tanta gente nello stesso periodo.
Di quale tolleranza parli? Noi conosciamo solo le case di tolleranza, chiuse per quella rimbambita della Merlin.
Quale sarebbe questa goccia malandrina?
Il concetto di tossiemia, ossia del livello di tolleranza tossine nel sangue è un principio elaborato dal dr John Tilden, medico-igienista, e colonna ideologica della ANHS (American Natural Hygiene Society).
Esiste nel nostro sangue una certa sopportazione ai veleni ed alle tossine acidificanti, che varia da persona a persona, da una stagione all’altra.
Quando questo limite viene superato, scatta il meccanismo della malattia e della febbre, in quanto il sistema immunitario viene chiamato in causa e interviene per una espulsione di tali tossine dal sistema, mediante una malattia chiamata in genere influenza.
La corresponsabilità dell’indebolimento stagionale.
L’indebolimento stagionale è dovuto al cambio climatico, alla mancanza di vitamina D nelle ossa (per carenza di sole), all’incremento di cibi iperproteici ed acidificanti, cotti, grassi e salati, ai farmaci ed agli integratori che la gente prende, all’estrema penuria di vitamina C naturale.
L’indebolimento stagionale è imputabile ai cachi che restano sugli alberi come bandiera e simbolo della imbecillità umana, e che fanno cantare però di giubilo i tordi e i merli, increduli di poter usufruire di tanto ben di Dio che li ripara da ogni influenza stagionale nonostante siano senza maglie e senza riscaldamento, e che li ripara pure dalla suina, dall’AIDS e dal Papilloma, nonostante siano senza mascherine e senza profilattici.
E i malati veri allora quali sono?
I malati veri sono quelli che non reagiscono più all’indebolimento, quelli che sono malmessi a un livello tale da non avere lo spunto necessario ad avviare il motore di recupero, quelli a cui manca l’energia per condurre un processo di espulsione tossine.
E i falsi-sani quali sarebbero?
Quelli che non presentano alcun segno di febbre perchè la loro circolazione è vischiosa e rallentata e non riesce nemmeno a trasferire in superficie la febbre ed il surriscaldamento che caratterizzano costantemente il loro tratto intestinale.
Un intestino flaccido e disattivato che è di peso più che di sostegno al sistema cellulare.
In pratica uno mangia male, mangia troppe cose sbagliate, mangia troppe poche cose giuste, non mangia affatto, integra in continuazione con porcherie di ogni genere e, quel che è peggio, non elimina regolarmente il risultato delle sue assurde indiscrezioni alimentari, si ritrova con l’intestino sostanzialmente flaccido e disattivato, con il metabolismo interrotto, con i suoi camion interni di nettezza urbano-cellulare in sciopero e con le cellule affamate-assetate-moribonde, pronte a defungere ed a trasformarsi in aggiuntivo carico virale-autologo da smaltire, e quindi in motivo ulteriore di richiamo batterico.
Tale sporcizia interna è descritta al meglio da Ehret, Bircher e Lezaeta
Ecco spiegato il motivo per cui il dr Arnold Ehret (1866-1922) disse, poco prima dell’influenza spagnola del 1918, che il grado di sporcizia interna dell’individuo medio è qualcosa di inimmaginabile.
Ecco spiegato il motivo per cui il dr Manuel Lezaeta Acharan rimase sbalordito nello scoprire tramite l’esame iridologico che la stragrande maggioranza della gente è febbricitante anche quando il termometro sotto le ascelle segna 36 e sette, per colpa del surriscaldamento intestinale che gli raffredda gli arti e la pelle esterna, mentre vulcanizza le sue viscere.
Ecco perchè il dr Max Bircher-Benner (1867-1939) disse che l’uomo, nato per essere sano dal primo all’ultimo giorno, spende il suo tempo e l’intera sua vita, non a consumare frutta e vegetali crudi e a rispettare la sua natura e il suo creatore, ma ad avvelenarsi ed a sabotare la sua preziosa dotazione originaria.
Cento anni dopo, la stessa sporcizia di allora non solo è rimasta, ma si è moltiplicata per quattro, grazie alle meraviglie dei cuochi, dei nutrizionisti incompetenti e della medicalizzazione di regime.
Esiste un tempio dentro di noi. Non è il cervello e nemmeno l’anima. E’ il colon.
Il tempio del corpo umano, il posto corporale da tenere con il massimo religioso rispetto non è il cervello, il cuore, il sesso o persino l’anima, dato che con quel posto in disordine l’uomo degenera ed incattivisce, perdendo l’ispirazione, l’amore, l’arte e la poesia.
Non è nemmeno il sorriso, gli occhi blu o neri, le labbra, i muscoli, la linea, le gambe.
Questa è proprio buona. Quale è allora sto magico posto?
E’ il colon.
Ma allora, che diavolo è l’influenza stagionale?
Restiamo però all’argomento di oggi che è la flu, il ricorrente ed innocente fenomeno fisiologico chiamato influenza stagionale.
Trattasi forse di malattia? No.
Batteri? No. I batteri sono i nostri minuscoli collaboratori a tempo pieno, cointeressati ai residui che produciamo. Quelli si moltiplicano ogni volta che c’è da banchettare e si contraggono miracolosamente da soli, senza antibiotici, quando diminuisce o scompare la pappa.
Virus? Ancor meno.
Quella è al 99% la polvere delle nostre stesse cellule che se ne va fuori in continua abbondanza tramite il metabolismo cellulare, e all’1% qualche pulviscolo esterno o eterologo che viene fagocitato regolarmente dai legionari del nostro sistema immunitario.
L’eccesso di batteri e di virus che si riscontra in tutte le fasi di disequilibrio, sono conseguenza dello stato patologico e mai causa specifica del medesimo.
Allora, cosa diavolo è l’influenza stagionale? Sospira il medico, asciugandosi la fronte con una ennesima salvietta.
L’influenza è l’esatto contrario di una malattia: è una benettia, è una benedizione
E’ esattamente il contrario di una malattia.
E’ una benettia, cioè un procedimento automatico e benefico di recupero che ti permette nel modo più rapido e razionale possibile di ritornare in forma.
E i farmaci?
Che roba è il farmaco? Trattasi forse di cibo costruttivo e di nutrimento? No. E allora non se ne parla nemmeno.
Il nostro corpo riconosce le sostanze in arrivo con un criterio semplice e ferreo, quello della catalogazione amico-nemico, self-nonself.
La sostanza nutriente è amica, quella drogante o stimolante è nemica, e la deve per questo espellere nel modo più rapido e completo possibile, ricorrendo all’aiuto di tutto l’apparato immunitario.
E i vaccini protettivi?
Protettivi di cosa? Dai batteri? Guai. Essi sono nostri amici.
Protettivi dai virus? Triplo guai.
Ti taglieresti forse i coglioni per fare un ritocco alla tua stessa natura?
Eliminare i virus significa eliminare noi stessi

Voler eliminare il virus equivale rifiutarsi di essere vivi e di avere delle cellule che subiscono un continuo ricambio e che morendo si disintegrano in frammenti o detriti cellulari, in polvere umana.
Voler eliminare il virus significa voler eliminare noi stessi.
La polvere virale è poi priva di qualsiasi effetto patologico, se non quello di diventare anormalmente intasante e battero-richiamante nei momenti di intensa debolezza organica causata dalla costipazione e dallo stress, derivanti dagli stravizi, dalle pessime condizioni dell’ambiente cittadino che ci circonda, dalle conseguenti patologie in corso.
Una dichiarazione importantissima. Qualcosa di simile a una benedizione solenne urbi et orbi.
A conferma di questo, il dr Anthony Morris, virologo ed esperto responsabile del controllo ai vaccini della FDA, ha fatto una dichiarazione incredibilmente vera e trasparente: “Non esiste alcuna prova che il vaccino contro l’influenza sia utile”.
I fabbricanti dei vaccini sanno benissimo che il loro prodotto non serve a niente, ma continuano però a venderlo.
E’ come se il pontefice si affacciasse un giorno in Piazza San Pietro e dicesse: Fedeli, andare in chiesa e toccare l’acqua santa non serve a niente e non vi fa alcun bene.
Un secondo studio importante fatto sui casi di influenza in Canada tra il 1990 e il 2005, riportato dal quotidiano National Post di Ottawa il 2/5/2006, attesta che Il vaccino antinfluenzale non ha ridotto il numero di casi, mentre questa campagna è costata ai contribuenti più di 200 milioni di dollari.
In Giappone, dove nel 1976 fu resa obbligatoria la vaccinazione in massa per i bambini delle scuole, prima della vaccinazione si ammalava 1 persona ogni 100 mila abitanti, dopo la vaccinazione se ne ammalavano ben 60 ogni 100 mila.
Effetti collaterali che vanno dai problemi cardiaci, alle paraplegie, all’Alzheimer
Tra gli effetti secondari e collaterali del vaccino, riviste famose come la British Medical Journal, citano lo sviluppo di pericarditi acute, problemi cardiaci, encefaliti, mielopatie, occlusione della vena centrale della retina, paraplegie, e altre affezioni ancora.
Le ricerche del dr Hungh Fudenberg, immunologo statunitense, provano inoltre che esiste un legame tra le vaccinazioni regolari contro l’influenza e un aumento sensibile del morbo di Alzheimer.
da Daniela Di Leo Naturopata | Nov 4, 2015 | Alimentazione, Intolleranze Alimentari, Naturopatia, News, Rimedi Naturali
Crostata con Pasta Frolla Gluten Free e Composta di Castagne, Frutta e Spezie
Ottimo spuntino per una sana colazione o merenda, sostanziosa, ricca di Vitamine e Minerali, equilibrata nei rasa, i sei gusti dell’alimentazione vedica. Un dolce che racchiude i frutti di stagione. Eccellente dolce per chi non può mangiare prodotti a base di glutine.
Ingredienti per la Composta
100 gr di Castagne già pulite
4 Pere medie
1 Mela
70 gr di Zucchero di Canna integrale
100 ml di Acqua
1 Limone grande
Stecca di Cannella
1 pezzetto di Zenzero fresco o un pizzico in polvere di quello secco
100 gr di Nocciole tostate
Procedimento
Prendete le castagne e praticate su ognuna un taglio col coltello, adagiatele in una teglia ricoperta completamente di sale grosso. Chiudete col coperchio e far cuocere per 25 minuti. Trascorso il tempo di cottura, mettete le castagne in un contenitore con un canovaccio e coprite per 5 minuti. Dopodiché togliete la buccia delle castagne, nel frattempo lavate e mondate pere, limone e mela. In una pentola far sciogliere lo zucchero con l’acqua, aggiungete la frutta a pezzetti e le castagne passate al passaverdura, unite la stecca di cannella, lo zenzero, le bucce di 1 limone, il succo e mezzo limone tagliato a pezzetti. Cuocere tutto per mezz’ora e far raffreddare.
Ingredienti per la Pasta Frolla
100 gr di Farina di Grano Saraceno
100 gr di Farina di Miglio
50/80 gr Fecola di Patate
2 cucchiai e mezzo di Zucchero di Canna integrale
1 Cucchiaino di lievito bio
2 Cucchiai di Ghee
1 Uovo
Procedimento
Amalgamare il ghee con le farine ed il lievito, a parte sbattere l’uovo con lo zucchero. Unire tutti gli ingredienti e impastare, formare una palla, lasciare qualche minuto e stenderla nella tortiera. Quando la composta è fredda versarla sopra la frolla e cospargere con le nocciole tritate. Cuocere in forno a 160° per 20 minuti.
Per contattarmi puoi telefonarmi al 338 5661604 oppure compilare il modulo sotto riportato
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da Daniela Di Leo Naturopata | Ott 28, 2015 | Alimentazione, Intolleranze Alimentari, Medicina Ayurveda, Naturopatia, News, Rimedi Naturali
Piatto Completo Vegano e Vedico
Ingredienti:
Hummus di Ceci
Rape Rosse lessate
Cicoria di Campo
Preparare l’Hummus di Ceci, lavare e mondare le rape rosse che poi verranno lavate di nuovo e lessate, quando cotte scolare, far freddare e tagliare a rondelle. Pulire e lavare la cicoria, lessare in acqua bollente e cuocere, quando cotta togliere l’acqua in eccesso e stufare in una ampia padella con olio EVO, 1 spicchio di aglio, sale e peperoncino di Cayenna. Ora decorare in un ampio piatto, cospargere prima l’hummus di ceci, aggiungere in cerchio le rondelle di rape rosse, infine cicoria stufata e ceci come decorazione.
Piatto completo di Vitamine e Minerali, integro di proteine, tuberi, erbe aromatiche, spezie e verdura cotta. Questo piatto così com’è è ricco dei sei gusti primari: dolce, aspro, salato, pungente, amaro ed astringente, come si riconosce in Ayurveda, essenziale per riportare in equilibrio il proprio corpo.
Per contattarmi puoi telefonarmi al 338 5661604 oppure compilare il modulo sotto.
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