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Cosa è l’Oṃ namaḥ Śhivaya?

Om namah Sivaya è in assoluto uno dei mantra più completi e importanti, uno dei più recitati e senza dubbio quello per eccellenza della religione induista.

È composto da ben sei sillabe, Om, Na, Mah, Si, Va, Ja che rappresentano i cinque elementi: terra, acqua, fuoco, aria e spazio. Vengono considerate come le più importanti del pensiero filosofico e religioso d’oriente.

La potenza di questo mantra deriva dal fatto che fa riferimento direttamente a Dio, per la precisione a Śhiva. La traduzione letterale è “mi inchino a Śiva” oppure “sia lode a Śiva”.

Ma cosa significa Om Namah Shivaya? 

Questa espressione è formata da 3 parole:

  • Oṃ è la sillaba sacra, il suono originale che puoi trovare come prefisso nella quasi totalità dei mantra induisti. Queste due lettere riescono a potenziare gli effetti benefici
  • Namaḥ nella lingua sanscrita significa “abbandonarsi” oppure “arrendersi”. Come ti ho detto prima, quando ti ho parlato della traduzione letterale del mantra, l’atteggiamento della persona che recita è quello di inchinarsi alla divinità
  • Śhivaya fa riferimento a Śhiva, una delle divinità principali dell’induismo, colui che distrugge il falso, l’ignoranza e le cattive tendenze. Nella tradizione induista viene considerata come la figura nella quale Dio si trasforma.

I benefici dell’Oṃ namaḥ Śhivaya

Dopo aver scoperto cosa è e soprattutto quanto è importante questo mantra, ora voglio elencarti i maggiori benefici che potrai trarre dalla recitazione dell’Oṃ namaḥ Śhivaya.

Le sei sillabe, considerate miracolose, ti permettono di attivare i centri energetici del tuo corpo.

Inoltre, il diretto legame con la divinità fa sì che la tua anima venga spogliata da tutto ciò che è superfluo e tu possa tornare alla tua vera identità spirituale.

La giusta recitazione di questo mantra ti permette di tornare a come Dio ti aveva creato e questo ritorno all’origine può dare vita a veri e propri miracoli in ogni aspetto della tua realtà: salute, relazioni, lavoro e soldi.

I benefici che ne puoi trarre equivalgono agli stessi che derivano dalla meditazione e dallo yoga.

Come recitare l’Oṃ Namaḥ Śhivaya?

 

Sarai curiosa di sapere come funziona questo mantra e cosa devi fare per richiamarlo.

Ti stupirai, ma non avrai bisogno né di ritagliarti un momento preciso della giornata, né tanto meno di esercizi particolari o posizione complicate.

L’unica azione che devi fare è quella di ripetere il mantra. Puoi farlo quando e dove vuoi: sei totalmente libera di scegliere.

Visto che all’inizio dell’articolo ti ho parlato di musica, voglio anche consigliarti qual è il modo migliore per sfruttare a pieno i benefici di questo mantra.

Come per tutta la pratica dello yoga, scegli uno spazio silenzioso e confortevole. Puoi optare per casa tua ma anche all’esterno va bene. Mettiti nella posizione più comoda possibile per te e inizia a recitare.

Inizialmente fallo a bassa voce e pian piano aumenta il tono.

Un ulteriore consiglio che voglio darti per far sì che la recitazione sia la migliore possibile, è quello di far partire la registrazione originale del mantra. L’ascolto ti darà l’impressione di partecipare al canto insieme ad altre persone e potrai ascoltare la giusta pronuncia delle parole.

Devi inoltre sapere che secondo la tradizione questo Mantra dovrebbe essere cantato 108 volte affinché possa cancellare tutto ciò che di negativo influisce nella tua vita e per far sì che la tua salute, la tua fortuna e il tuo benessere migliorino.  

Immagino che ti stai chiedendo perché proprio 108 volte.

Śiva viene considerato il signore dei 9 pianeti e siccome questi si muovono attraverso i 12 segni del sole, la moltiplicazione di questi due numeri dà come risultato appunto 108.

Conclusioni

Abbiamo visto cosa è il mantra Om namah Shivaya, come si recita e i benefici che è in grado di donare per il raggiungimento di un perfetto benessere psicofisico.

Adesso non resta altro che provare!

Mettiti comoda e lasciati trasportare da questo mantra. E non dimenticarti di scrivermi le tue impressioni in un commento qua sotto: ci tengo!

Namasté

Bevanda di mandorle fatta in casa, praline e granita

Bevanda di mandorle fatta in casa, praline e granita

Bevanda di mandorle fatta in casa

La bevanda di Mandorle bio preparata in casa è molto semplice da fare, è perfetta per colazioni e merende, preparata al momento mantiene tutti i principi attivi perché è ricca di vitamine in particolare B1 e B2, antiossidanti e sali minerali tra cui calcio, potassio, rame, fosforo e magnesio. Diventa così una bevanda rinfrescante, energetica e nutriente.

Ricetta e Procedimento:

  • 100/200 gr secondo i propri gusti di mandorle
  • 1 Litro d’acqua

Mettere le mandorle in acqua per 4/5 ore, se vi resta facile togliere la pellicina marrone, trascorsi i tempi di ammollo. Togliere il rivestimento esterno fa sì che la bevanda risulti più bianca.

Per quanto mi riguarda nel rivestimento esterno marrone ci sono molti principi nutritivi, quindi io la lascio e frullo le mandorle dopo il tempo di ammollo, l’acqua della decantazione non la buttate.

Dopo aver frullato le mandorle o meglio ancora tritarle in un mortaio, riponetele in un contenitore a cui dopo dovrete aggiungere all’acqua di ammollo, l’acqua necessaria per arrivare a un litro.

Io ho acquistato questo utensile per estrarre dai legumi, cereali e semi la bevanda.

È un semplice contenitore si chiama ChufaMix – Vegan Milker – Modello Rinnovato, il primo utensile per spremere semi, frutta secca, cereali ed erbe, con nuovo filtro inox privo di corrente elettrica. Vi metto qui la foto.

Setaccio più volte le mandorle tritate, per poi bere la bevanda, la mantengo nel frigo per 1 o 2 giorni se non la utilizzo nello stesso giorno.

Se non avete questo utensile, dopo averle tritate le lasciate ancora in decantazione per alcuni minuti e poi con un setaccio filtrate l’acqua in modo da separarla dalla polpa e versarla poi in una bottiglia di vetro.

Se non vi piace il sapore della bevanda potete unire dei datteri e frullare, assumerà un sapore dolce, e con l’aggiunta di cannella in polvere una gustosa bevanda.

La polpa che resta, possiamo riutilizzarla per farne delle praline aggiungendo della frutta secca.

Praline con polpa di mandorle

Quindi alla polpa delle mandorle, aggiungo noci, pistacchi, nocciole, uvetta, datteri, prugne, anacardi, pinoli, albicocche, a seconda dei vostri gusti, frullare tutto e creare delle piccole palline, per poi cospargerle con farina di cocco o cacao in polvere e conservare in frigo, diventa così un dolce spuntino per piccoli e grandi, ricco di nutrienti.

Granita con polpa di mandorle

Per i più golosi in estate con la bevanda di mandorle si può preparare una granita, aggiungendo a mezzo litro di bevanda, 200 gr di zucchero e 300 ml di acqua. Per la preparazione, mettere lo zucchero e l’acqua in un pentolino sul fuoco, far sciogliere lo zucchero e quando si è raffreddato unire la bevanda di mandorle, mantecare bene e porre in congelatore.

Fate trascorrere mezzora in congelatore e poi rimescolate energicamente il composto in modo da frantumare i cristalli di ghiaccio. Ripetete il lavoro ogni mezzora fino a quando la vostra granita non avrà raggiunto la consistenza desiderata.

Meditazione sullo Yantra: del 1 Chakra MULADHARA

Meditare sullo Yantra: del 1 Chakra

Sintonizzarsi sul Chakra Radice – MULADHARA

Meditare sull’immagine del chakra della radice, o yantra, mentre si recita il mantra LAM, stabilizza corpo e mente collegando l’emisfero cerebrale visuale (destro) a quello verbale (sinistro).

Meditare sullo Yantra:

1. Trovate un posto tranquillo per la vostra meditazione. Accendete incenso e candele. Collocate su un tavolo un panno pulito bianco, stabilite il vostro Sankalpa (l’intenzione nella Meditazione) e disegnatevi e colorate lo  Yantra, o se volete lo fotografate e/o stampate. Quindi appoggiateci sopra lo Yantra, in modo tale che si trovi appena al di sotto del livello del vostro sguardo quando sarete seduti.
2. Ora sedetevi in posizione comoda in sukhasana o posizione piacevole, se possibile a gambe incrociate e con la schiena eretta, praticare il respiro profondo per 5/10 Minuti, e lasciate che il respiro si stabilizzi.
3. Con gli occhi semichiusi, fissate i quattro petali dello yantra. Partite da quello in alto a destra e scendete lentamente procedendo in senso orario.
4. Dopo diverse rotazioni, puntate lo sguardo sul quadrato giallo, il simbolo dell’energia terrestre. Muovete gli occhi in senso orario da un angolo all’altro; i quattro angoli del quadrato corrispondono ai quattro angoli della terra e ai quattro punti cardinali.
5. Focalizzate l’elefante nero, simbolo di forza, radicamento e dei vostri bisogni fondamentali di sopravvivenza. L’elefante è associato a Ganesha, la divinità induista in grado di rimuovere gli ostacoli e custode del primo chakra.
6. Portate la concentrazione al carattere sanscrito LAM, mantra dell’elemento terra. Ripetetelo mentalmente finché concentrate lo sguardo sulla sua forma.
7. Fissate il triangolo con il vertice rivolto verso il basso al centro del quadrato. Simboleggia la natura discendente dell’energia muladhara. I suoi angoli raffigurano il punto di partenza dei canali energetici delle tre nadi principali.
8. Alla fine, indirizzate lo sguardo sul serpente attorcigliato che rappresenta l’infinito potenziale energetico che riposa addormentato in questo chakra.

Dopo aver meditato per almeno venti minuti, aprite gli occhi. Ripetere la meditazione ogni giorno.

Quando avete acquisito un’adeguata confidenza con lo yantra da riuscire a visualizzarlo senza guardarlo, sedetevi in posizione di meditazione con la schiena dritta, chiudete gli occhi e portate l’attenzione alla base della spina dorsale. Visualizzate lo yantra come uno schema energetico collocato in questo punto. Percepite i suoi raggi che si spargono verso l’esterno e percepite mentalmente il mantra LAM.

Rimanete seduti in meditazione per almeno mezz’ora.

Bujangasana o posa del Cobra reale

Il Cobra rinvigorisce a livello energetico. Stira i muscoli intercostali, permette alla cassa toracica di espandersi migliorando la capacità respiratoria. Stimola le ghiandole surrenali, dando un senso di lucidità e vigore.

Per creare una Posizione del Cobra uniforme e indolore, impara ad attivare i muscoli addominali nella posizione, attivando il pube, proteggerà la zona lombare. Gli addominali sono in grado di sostenere e proteggere la regione lombare, mentre ti spingi verso una maggiore apertura nella regione toracica. Una volta stabilizzata la zona lombare, puoi usare il Cobra per rinforzare la parte alta della schiena e il retro delle gambe e per stirare il torace e le spalle.

Quando hai finito di praticare il Cobra, compensare la posa con Balasana (Posizione del Bambino) per diversi respiri.

Supta Vajrasana

Si Inizia mettendosi nella posa del Diamante, con la posizione inginocchiata, seduta sui talloni (Vajrasana) con le ginocchia unite si distende con l’aiuto dei gomiti sul suolo, appoggiando la nuca e le spalle. Le braccia vengono piegate e poste sotto la testa. La posizione si tiene con il corpo completamente rilassato, piegarsi all’indietro lentamente. Per arrivare nella posizione finale appoggia le braccia estese dietro la testa e non piegate sotto la testa.

I benefici di Supta Vajrasana

Si rafforzano i muscoli delle gambe e dei glutei, l’allungamento aiuta in casi di problemi come sciatica, gotta, vene varicose, trombosi e reumatismi. Grazie al movimento all’indietro si migliora la flessibilità della schiena e la tonificazione dei nervi della colonna vertebrale. Allevia il mal di schiena. La posa massaggia gli organi addominali alleviando i disturbi della digestione, costipazione, diaframma e dolori mestruali per le donne. Accentua l’apertura del busto rinforzando cosi il petto e migliorando la capacita polmonare, utile per coloro che soffrono di asma o bronchiti croniche.

La posa è controindicata se si soffre di sciatalgia, dislocazione dei dischi intervertebrali, alterazioni dell’osso sacro o problemi alle articolazioni del ginocchio e nelle donne incinte.

Cereali Vietati ai Celiaci

CELIACHIA

Cereali vietati
Tipologie di cereali e alimenti, vietati ai celiaci perchè contenenti glutine. Oltre a frumento (grano), segale, orzo, avena, sono vietati al celiaco anche:

BULGUR è un grano cotto in acqua, frantumato dopo essere stato seccato al sole.

CRACKED GRANO
È composto da chicchi di grano frantumati. A differenza del bulgur, che viene prima immerso in acqua, cotto, essiccato e poi frantumato, il cracked grano è frantumato crudo e richiede quindi la cottura.

COUSCOUS
Semola di grano duro mescolata ad acqua e lavorata a mano fino ad ottenere piccolissime granelli, seccati al sole e cotte a vapore. Esistono in commercio anche couscous senza glutine da cereali permessi.

FARRO
È un tipo di grano molto popolare nell’antica Roma. Molto diffuso sia sotto forma di grani che sotto forma di farina per la preparazione di paste, dolci, ecc… Diverse sono le varietà di Farro, una di queste è Tricum Spelta.

FRIK
È chiamato Grano Verde Egiziano.

GREUNKERN
Chiamato anche Grano Verde Greco, o Spelta.

KAMUT®
Kamut® è un marchio registrato della società americana Kamut International che designa una varietà di grano duro.

MONOCOCCO
Il monococco (Triticum Monococco), detto anche ENKIR, è una varietà del farro.

SEITAN
Derivante dalla lavorazione del glutine del frumento; il glutine estratto viene trasformato in seitan. Un Impasto per la preparazione di spezzatino, fettine, polpettone Di origine non animale, viene usato in gran parte dai Vegani, come sostitutivo delle proteine animali.

SPELTA
Lo spelta (Triticum Spelta) è una varietà del farro.

TABULE’
Il tabbouleh o tabulè è una pietanza araba e consiste in un’insalata a base di bulgur, con prezzemolo, cipollotti e menta tritati fini e con pomodoro e cetrioli a tocchettini, il tutto condito con succo di limone e olio d’oliva.

TRITICALE
Il triticale è un ibrido artificiale tra la segale e il grano tenero o altre varietà del genereTriticum. Creato alla fine del XIX secolo, solo ultimamente coltivato su larga scala. La parola stessa è una fusione delle parole latine Triticum (tritico, frumento) e Secale (segale).