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Naturopatia

La naturopatia o medicina naturopatica è un insieme di pratiche di medicina complementare, i cui fondamenti teorici furono raccolti da principi salutistici di diversa provenienza, forse formulati alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti per poi diffondersi, in diverse forme, nel resto del mondo, senza però mai riuscire a dare vita a una medicina autonoma, univocamente e coerentemente definita. Essa dichiara di avere come obbiettivo la stimolazione della capacità innata di autoguarigione o di ritorno all’equilibrio del corpo umano, denominata omeostasi, attraverso l’uso di tecniche e di rimedi di diversa natura, oppure attraverso l’adozione di stili di vita sani e in armonia con i “ritmi naturali”.

In ogni caso, dal momento che tali interventi influiscono sulla fisiologia dell’organismo, ed hanno lo scopo di migliorare, mantenere o ripristinare la condizione di salute e benessere psicofisico della persona nella sua globalità, essa è un atto medico che richiede l’adozione di precauzioni, competenze tecniche ed atti professionali che competono esclusivamente a operatori sanitari[1].

Le pratiche naturopatiche possono essere molto varie: massaggi, riflessologia plantare, idroterapia, cromopuntura/cromoterapia, floriterapia, climatoterapia, aromaterapia e molte altre.

La medicina scientifica è critica riguardo alla medicina naturopatica, perché i mezzi utilizzati dalla medicina “alternativa” non sono fondati scientificamente, si basano su costrutti teorici non dimostrati; inoltre, i suoi presunti risultati clinici non reggono solitamente alla verifica clinica in studi controllati, e molti dei suoi esponenti usano in maniera fuorviante e suggestiva termini scientifici che hanno in realtà significati molto diversi[2].

Principi

La naturopatia sostiene che è auspicabile prevenire la malattia mantenendo o ripristinando il presunto “equilibrio energetico” della persona. La malattia è, nell’ottica naturopatica, conseguenza di uno “squilibrio energetico”; la correzione di tale squilibrio determinerebbe, a detta dei sostenitori di tale approccio, la scomparsa dei sintomi. Il termine “energia” è usato in senso pseudoscientifico, e vicino al suo impiego in pranoterapia.

I sostenitori della naturopatia ritengono che essa differisca dalla medicina allopatica (ovvero la medicina “tout court”) in quanto:

  1. considera la malattia come una presunta conseguenza di uno cosiddetto “squilibrio energetico” (principio proprio della medicina tradizionale cinese)

  2. dichiara di avere un approccio cosiddetto “olistico” nei confronti del paziente (“completo”, teso ad una valutazione globale). La valutazione del singolo caso clinico, secondo i sostenitori della naturopatia, non si basa sull’esame del/dei sintomi, ma sull’esame del cosiddetto “terreno” della persona (concetto però privo di corrispondenze scientificamente dimostrabili, nella medicina o nella biologia), dei fattori esogeni con cui esso entra continuamente in contatto (es. agenti patogeni, presunte componenti geobiologiche dell’abitazione), e sullo stile di vita del soggetto, al fine di individuare ed eliminare quelli originanti il presunto squilibrio energetico.

Il cosiddetto “riequilibrio energetico” viene ritenuto essere attuabile anche per mezzo di specifiche tecniche di massaggio o cromopuntura, che a dire dei sostenitori si baserebbero sugli stessi principi dell’agopuntura nella medicina tradizionale cinese: la stimolazione di specifiche aree corporee è attuata con metodi non invasivi (es. digitopressione) sulle stesse aree sottoposte a stimolazione con la tecnica agopuntoria.

La naturopatia dichiara di non porsi come sostituto della medicina allopatica, ma come strumento complementare, in un’ottica secondo cui l’approccio alla malattia può comportare modalità di intervento differenti e che agiscono in sinergia.

Italia

In Italia esistono attualmente solo alcune leggi regionali quali quella della Lombardia e della Toscana. Esiste al Senato un disegno di legge (2152) che disciplina l’attività del naturopata in ambito sanitario con il conseguimento di un Diploma accademico magistrale quadriennale. In passato il PdL Lucchese inseriva la naturopatia nel settore del benessere limitando gli interventi del naturopata all’ambito dell’educazione e della prevenzione attraverso una valutazione della costituzione, della predisposizione di terreno e stimolo della capacità autoregolatrice della persona; precludendo nel contempo all’operatore naturopata qualsivoglia intervento terapeutico o diagnostico nosologico di competenza delle professioni ordinistiche (es. medici chirurghi) o categorie altrimenti regolamentate. Non è infatti possibile utilizzare una disciplina preventiva con finalità diverse da quelle terapeutiche. La proposta di legge Lucchese è stata seguita da molte altre, il cui spirito resta quello della regolamentazione della materia delle medicine alternative e complementari allo scopo di evitare casi di abuso o di danno alla salute, e il cui intento di fondo è quello di attribuire alla classe medica la competenza esclusiva all’esercizio di tali pratiche.

Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Naturopatia

 

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