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Disbiosi intestinale e alti livelli di prolina aprono la strada alle infezioni da C. difficile

Mayo Clinic, Rochester, Minnesota (studio originale)

• Disbiosi e C. difficile
• Lo studio sui topi
• La prolina favorisce C. difficile
• Il trapianto di microbiota può essere d’aiuto
• Cosa emerge

[creativ_accordion][creativ_toggle accordion=”1″ icon=”ok” heading=”Stato dell’arte” onload=”open”]Clostridioides difficile (precedentemente noto come Clostridium difficile) è un agente patogeno opportunistico che causa diarrea grave e talvolta pericolosa per la vita. Le alterazioni nella struttura del microbiota intestinale possono creare un ambiente favorevole per C. difficile, ma i fattori metabolici che contribuiscono allo sviluppo dell’infezione da C. difficile non sono ancora chiari.[/creativ_toggle][creativ_toggle accordion=”1″ icon=”ok” heading=”Cosa aggiunge questa ricerca” onload=”open”] Nei topi, l’alterazione del microbiota intestinale consente a C. difficile di prosperare attraverso l’aumento dei livelli dell’aminoacido prolina. Lo studio ha anche esaminato i pazienti con diarrea e ha identificato i fattori di rischio che potrebbero predire la disbiosi microbica e spiegare perché alcune persone potrebbero essere più suscettibili all’infezione da C. difficile.[/creativ_toggle][creativ_toggle accordion=”1″ icon=”ok” heading=”Conclusioni” onload=”open”]Identificare i fattori che contribuiscono all’infezione da C. difficile potrebbe portare a nuovi approcci terapeutici.[/creativ_toggle][/creativ_accordion]

 

Nei topi, una composizione alterata del microbiota intestinale porta a un aumento di alcuni amminoacidi, in particolare della prolina, che viene utilizzata come fonte alimentare dall’agente patogeno opportunistico C. difficile. Una nuova ricerca dimostra che questo conferisce al microbo un vantaggio competitivo e favorisce lo sviluppo dell’infezione da C. difficile.

Lo studio, condotto da Eric Battaglioli, della Mayo Clinic di Rochester in Minnesota, è stato pubblicato su Science Translational Medicine.

Il C. difficile può causare diarrea grave e talvolta pericolosa per la vita. Le alterazioni della comunità microbica dell’intestino, per esempio a seguito dell’assunzione di antibiotici, possono ridurre la diversità microbica intestinale e la produzione di metaboliti inibitori.

Questa situazione crea un ambiente favorevole per C. difficile, ma i fattori metabolici che contribuiscono allo sviluppo dell’infezione da C. difficile non sono ancora chiari. Per caratterizzare questi fattori, i ricercatori hanno condotto esperimenti su uomini e topi.

Microbiota intestinale e diarrea, la disbiosi  è simile a quella da C. difficile

Il team ha analizzato la composizione microbica intestinale di 115 persone con diarrea. Il microbiota intestinale poteva essere diviso in due gruppi: un microbiota sano, simile a quello delle persone sane, e un microbiota disbiotico, che era simile a quello delle persone con infezione da C. difficile.

Cinque fattori hanno predetto la disbiosi nelle persone con diarrea: assunzione di antibiotici nelle precedenti 3 settimane, immunosoppressione, ospedalizzazione attuale o recente e precedente infezione da C. difficile.

La disbiosi intestinale facilita l’infezione da C. difficile

Per testare gli effetti della disbiosi sulla suscettibilità all’infezione da C. difficile, i ricercatori hanno trasferito il microbiota intestinale da due individui disbiotici e da due persone sane in topi privi di germi. Quindi, hanno dato C. difficile ai roditori.

Rispetto ai topi che hanno ricevuto un microbiota intestinale sano, quelli che hanno ricevuto il microbiota disbiotico hanno mostrato:

  • carichi significativamente più alti di C. difficile nelle feci
  • consistenza delle feci più morbida
  • quantità aumentate di tossina B di C. difficile nelle feci
  • infiammazione aumentata
  • livelli più elevati di citochine associate a infezione da C. difficile nel colon

Un microbiota intestinale disbiotico e stato metabolico

Successivamente, il team ha utilizzato la trascrittomica, la metabolomica e la risonanza magnetica nucleare per analizzare le feci di topi disbiotici e sani e definire i fattori che favorivano l’infezione da C. difficile.

Rispetto ai topi sani, i topi disbiotici hanno mostrato:

  • ridotta espressione di diversi geni legati alla captazione e al metabolismo degli aminoacidi, nonché produzione di acidi grassi a catena corta e di acidi biliari secondari
  • aumento dei livelli di 12 aminoacidi, in particolare della prolina.

Studi precedenti hanno dimostrato che gli aminoacidi modulano la produzione di tossine e supportano l’infezione da C. difficile nei topi trattati con antibiotici. Così il team si è proposto di valutare la crescita di C. difficile in un mezzo con concentrazioni di aminoacidi decrescenti. L’agente patogeno è cresciuto meglio a concentrazioni di amminoacidi più alte, il che suggerisce che la disponibilità di amminoacidi gli conferisce un vantaggio competitivo in condizioni permissive, come bassi livelli di acidi biliari secondari.

La capacità di usare la prolina dà a C. difficile un vantaggio competitivo in caso di disbiosi

È stato dimostrato che C. difficile è in grado di utilizzare l’amminoacido prolina come unica fonte di energia. In effetti, i ricercatori hanno scoperto che sia i topi disbiotici sia quelli sani avevano una maggiore espressione di prdA, un enzima che contribuisce al metabolismo della prolina.

Tuttavia, nei topi sani tre specie batteriche commensali hanno espresso prdA, mentre nei topi disbiotici solo C. difficile l’ha espressa.

Inoltre, i topi nutriti con una dieta priva di prolina avevano un carico di C. difficileinferiore di cinque volte rispetto ai topi alimentati con una dieta normale.

Il trapianto di microbiota riduce la prolina libera e la suscettibilità all’infezione da C. difficile

Infine, per determinare se il trapianto di microbiota fecale potrebbe ridurre il C. difficile suscettibile nei topi disbiotici, il team ha trasferito il microbiota intestinale di una persona sana a topi disbiotici e sani.

Mentre il microbiota intestinale di topi sani è rimasto invariato dopo il trapianto, quello dei topi disbiotici è aumentato in ricchezza microbica.

I topi disbiotici sono diventati resistenti all’infezione da C. difficile, senza segni di infiammazione intestinale e senza C. difficile nelle feci. In questi topi, il trapianto fecale ha comportato anche una significativa diminuzione della prolina libera.

In sintesi, lo studio mostra che l’ambiente metabolico generato dalla disbiosi microbica intestinale può modulare la suscettibilità all’infezione da C. difficile. Lo studio ha anche individuato potenziali fattori associati alla disbiosi e all’infezione da C. difficile, che potrebbero portare a nuove strategie di prevenzione e trattamento. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare questi fattori in diverse coorti di pazienti.

Traduzione dall’inglese a cura della redazione di microbioma.it

Articolo tratto da: https://microbioma.it/gastroenterologia/disbiosi-intestinale-e-alti-livelli-di-prolina-aprono-la-strada-alle-infezioni-da-c-difficile/

Probios

Descrizione Prodotto:

Probios è un integratore alimentare che grazie ai suoi contenuti in pre e probiotici assicura un buon funzionamento intestinale, incrementando così sia lo stato di benessere, sia le naturali difese immunitarie dell’organismo.

Lo stile di vita moderno, caratterizzato da ritmi stressanti, alimentazione frettolosa e poco variata (ricca in grassi animali, zuccheri raffinati e alcool, e povera dei carboidrati complessi di verdure, legumi e cereali), diete sbagliate ed abuso di farmaci, in particolare di antibiotici, si viene spesso a creare uno squilibrio nell’ambito della flora intestinale, chiamato disbiosi intestinale. La disbiosi intestinale può essere considerata la causa principale di molti problemi più generali di salute quali: disturbi della pelle, infezioni micotiche (es.vaginali come la Candida albicans), infezioni batteriche, stanchezza cronica, problemi digestivi, disfunzioni epatiche, gonfiori addominali, allergie alimentari ecc.

Utile nei casi di:

  • Impoverimento della flora batterica intestinale.
  • In presenza di stipsi o diarrea.
  • Nei casi di disbiosi intestinale provocata da: stress, diete sbagliate, uso di antibiotici e presenza di batteri patogeni e virus.
  • Indebolimento delle difese immunitarie.
  • Cattivo assorbimento dei nutrienti.

https://www.dna-solutions.it/IRS032/prodotto/probios

Soufflé Vegano di Patate e Cicoria

Soufflé Vegano di Patate e Cicoria

Ingredienti: per 5 persone

  • 8 Patate medie
  • 250 gr di Cicoria già lessata
  • 1/2 cucchiaino di Lievito di birra secco a scaglie
  • 2 cucchiai di Farina a piacere
  • 1 pizzico di Sale Himalayano
  • 1 spicchio di Aglio
  • Olio EVO
  • Ghee e Pane grattugiato
  • 1 pizzico di Zenzero secco in polvere
  • 1 pizzico di Curcuma in polvere
  • 1 spolverata di semini di Papavero

Procedimento: 

Lavare, mondare e lessare le patate tagliate in quattro parti, quando sono cotte lasciarle raffreddare. mondare e lavare la cicoria lessarla in acqua bollente e scolarla della sua acqua in eccesso. Se non piace l’amaro della cicoria lasciarla in acqua fredda per 10 minuti dopo averla lessata. Strizzarla bene e farla saltare in padella con olio EVO ed uno spicchio di aglio. Procurarsi un frullatore potente e frullare tutti gli ingredienti meno che i semini di papavero che aggiungeremo alla fine nell’impasto. Procurarsi una teglia da forno antiaderente oppure un piatto di pirex con bordo alto. Cospargere la teglia con il Ghee ed il pane grattugiato. Cuocere in forno per 30/40 minuti. Gustosa e delicata.

Cardamomo

Cardamomo

Giro volentieri dal dottor Turinese

Cardamomo, semi speziati e antiinfiammatori

Amomum Elettaria è una specie di pianta tropicale della famiglia delle Zingiberaceae, oltre ad essere il nome scientifico del cardamomo. Questa spezia era conosciuta in Europa fin dai tempi dei Greci e dei Romani, che lo utilizzavano per produrre profumi, ed è attualmente nota come la terza spezia più cara al mondo dopo zafferano e vaniglia.
La droga della pianta sono i semi, che tuttavia sono molto delicati. Infatti, una volta esposti all’aria perdono rapidamente il loro sapore: da qui la consuetudine di vendere i baccelli di cardamomo e non i semi isolati.
Pianta tipica dei paesi orientali, in Iran e India, il cardamomo verde è largamente utilizzato per la cura di infezioni ai denti e alle gengive, e per prevenire e curare malattie della gola, oltre che disordini digestivi e affezioni alle vie respiratorie.
Un uso tradizionale, che viene ripreso anche alle nostre latitudini è contro l’alitosi. Tale utilizzo è proprio dell’India, dove i semi neri del cardamomo sono spesso mischiati a foglie di betel e frutti di areca per formare un bolo che rinfresca l’alito e favorisce la digestione. Ma le proprietà del cardamomo vanno oltre questo utilizzo. Studi apparsi negli ultimi 2 anni ne ipotizzano un effetto ipolipidemizzante antiinfiammatorio e antiossidante, con miglioramenti anche sui parametri glicemici. A sostegno delle proprietà antiinfiammatorie ed antiossidante, alcuni studiosi hanno voluto somministrare 3g di cardamomo verde a pazienti in situazioni di pre-diabete. Dopo 8 settimane di trattamento si sono registrati una riduzione significativa di proteina C-reattiva, IL6 e di malonildialdiede.
Di più, uno studio indiano ha valutato l’efficacia del cardamomo per la riduzione della pressione sanguinea. Somministrando sempre 3g al giorno di cardamomo in pazienti al primo grado di ipertensione si è osservato una riduzione significativa sia della pressione sistolica, che diastolica con, in aggiunta un evidente aumento dell’attività fibrinolitica. Tuttavia, l’effetto ipolipidemizzante non è stato verificato.
In vivo è stato studiato anche l’effetto ansiolitico del cardamomo. Somministrando un estratto metanolico dei semi a ratti affetti da disturbo post-traumatico, si è osservata una riduzione dei comportamenti ansiosi.
Sono tutti dati preliminari, in quanto l’interesse per questa pianta si sta accedendo solo negli ultimissimi anni. Dati che tuttavia ci suggeriscono di tenere accesa l’attenzione su questa spezia, che forse potrà riservarci delle gradite sorprese e conferme in futuro.

Luca Guizzon

Farmacista Territoriale esperto in Fitoterapia, Farmacia Campedello

Fonti
BMC Complement Altern Med. 2018 Jan 17;18(1):18. doi: 10.1186/s12906-017-2068-6.
J Sci Food Agric. 2017 Dec;97(15):5296-5301. doi: 10.1002/jsfa.8414. Epub 2017 Jul 17.
Indian J Biochem Biophys. 2009 Dec;46(6):503-6.
Biomed Pharmacother. 2017 Mar;87:489-495. doi: 10.1016/j.biopha.2016.12.116. Epub 2017 Jan 7.

Tisana con petali di rose ed erbe aromatiche

Tisana con petali di rose ed erbe aromatiche

Sono tornata prima dal lavoro oggi, nel mio giardino le rose sbocciano una dopo l’altra. I petali alcuni sfioriti, si apprestano a lasciare la pianta, per dare spazio ad altri boccioli. Ho raccolto i petali delle rose sbocciate qualche giorno fa, decidendo di coccolarmi con una tisana.

Ho aggiunto inoltre alcune foglie di alloro, rosmarino, melissa e salvia, tutte erbe bio raccolte al momento.

È una tisana depurativa e rilassante, ricca di flavonoidi, minerali e vitamine.

 

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Accademia Govinda

Frittata di asparagi, carciofi, spezie ed erbe aromatiche

Frittata di asparagi, carciofi, spezie ed erbe aromatiche

Ingredienti:

  • 2 Carciofi
  • 10 Asparagi di campo
  • 4 Uova
  • Mentuccia, salvia, timo freschi bio
  • Mezzo cucchiaino di curcuma
  • Una presa di pepe in polvere
  • Semi vari : girasole, zucca, chia, sesamo
  • un pizzico di sale
  • Olio per ungere la padella
  • 2 cucchiai di fio

Cuocio I carciofi, e unisco tutti gli altri ingredienti crudi, frullo tutto, scaldo una padella antiaderente e verso il composto. Copro col coperchio magic cooker e cuocio da entrambi I lati.

Abbino un’insalata verde.

Pranzo di oggi.

Pesce spada con carciofi

Pesce spada con carciofi

 

Ingredienti:

3-4 tranci di pesce spada super fresco

3-4 carciofi medi freschi

2 foglie di alloro fresco

1 ciuffetto di prezzemolo fresco

Olio EVO

Sale integrale

1 spicchio d’aglio

500 gr di pasta corta a piacere

Procedimento:

“Venerdì pesce” e allora andiamo a scegliere il pesce per fare il condimento. Ho scelto dei tranci di pesce super fresco di pesce spada in pescheria e comprato carciofi sempre chilometro zero, dai contadini locali.

Tornata a casa ho pulito i carciofi, affettati sottilmente e cucinati in padella con mentuccia fresca, sale, olio e aglio. Nel frattempo ho tolto la pelle nera, l’osso centrale al pesce spada e tagliato a cubetti. Terminata la cottura dei carciofi, li ho tolti dalla padella e versato all’interno i cubetti di pesce aggiunto un po’ d’olio, e dopo cinque minuti ho unito al pesce alcuni pomodori pachino e due foglie di alloro. Ho finito di cuocere per altri dieci minuti, aggiunto il prezzemolo e terminato la cottura. Successiva ho unito tutti gli ingredienti nella padella, carciofi e pesce. A parte ho lessato della pasta corta e l’ho condita con questa leccornia. Mantecato in padella e servito a tavola. Devo dire squisita, i commensali hanno fatto il bis.