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Sankalpa: mettere l’intenzione nella Meditazione

Sankalpa: in sanscrito significa proposito, intenzione, è la convinzione di poter realizzare ciò che la mente si propone.

Si pensa ad un’idea, che si forma nella mente e prende dimora e forza nel cuore.

Una delle pratiche a cui viene più accostato il Sankalpa, è la Meditazione, che consente all’intenzione di andare in profondità nella psiche, così che l’intenzione lavori direttamente al di là della mente.

Quando si creano dei propositi, spesso falliscono perché si costruiscono in maniera superflua. Creandoli solo nella mente. Molte volte si pensa a un desiderio legato alle cose materiali, che spesso ci mancano e che vorremmo avere. Consideriamo che raggiungere alla fine quei desideri o quelle cose, renda la nostra vita felice per sempre.

Quando si crea un pensiero, un proposito non solo con la mente ma con l’anima, il seme del nostro proposito sarà più intenso e profondo. Attraverso la meditazione la nostra mente sarà calma e rilassata da produrre un’intenzione sincera e radicata. In questo caso la nostra intenzione produrrà effetti straordinari su di noi. Restituendoci calma inferiore e maggiore consapevolezza nella vita.

Un Sankalpa è una intenzione, che può essere fatta anche prima di qualsiasi sadhana (disciplina spirituale) o all’inizio di qualsiasi pratica yogica, prima della meditazione, o addirittura all’inizio di un nuovo giorno.

La Meditazione giornaliera, costante anche di pochi minuti al giorno, ci mette in connessione con la nostra vera natura.

Ci fa comprendere serenamente, le azioni quotidiane, le riflessioni diventano attente, e la vita viene percepita al meglio e vissuta più consapevolmente e amorevolmente.

 

Testo tratto da Daniela Di Leo – Naturopata ed Insegnante di Yoga

Presso Studio Govinda si Pratica la Meditazione chi è interessato può chiamare al 338 5661604 o scrivere compilando il modulo nella pagina

Gli otto principi dello Hatha Yoga e il Prana

Gli otto principi dello Hatha Yoga

Gli otto principi sono Yama, Nyama, Asana, Pranayama, Pratyahara, Dharana, Dhyana, Samadhi. E’ importante nello yoga passare dalla fase delle asana al pranayama, il Sadhaka deve sperimentare l’aspetto fisico della posa prima di arrivare al Pranayama e sentirlo per intero nel corpo e nella mente.

 

Gli 8 principi raffigurati in un Albero

Yama Principi Universali Radici
Nyama Discipline Individuali Tronco
Asana I rami che vanno in varie direzioni Rami
Pranayama Provvede ad areare il corpo con l’energia Foglie che forniscono aria all’intero Albero
Pratyahara Impedisce che le energie dei sensi fluiscono verso l’esterno Corteccia che protegge dalla putrescenza
Dharana Mantiene saldi la Mente e l’Intelletto Linfa
Dhyana Matura nel frutto del Samadhi Fiore
Samadhi La vera realizzazione del proprio Io Frutto

 

Nel corso di un’inalazione normale, l’essere umano assorbe circa cinquecento centimetro cubici d’aria, mentre durante una profonda inalazione l’assorbimento dell’aria è di circa sei volte maggiore. Questo permette attraverso la pratica assidua delle tecniche una maggiore ventilazione polmonare. Una respirazione profonda consente di rallentare il processo d’invecchiamento donando vigore. Nel Pranayama si respira sempre col naso. In una giornata intera si respira circa 16 volte al minuto.

Praticare il Pranayama tutti i giorni almeno per quindici minuti, all’alba o al tramonto, i testi di yoga consigliano di praticarlo per quattro volte al giorno di prima mattina, a mezzogiorno, la sera e a mezzanotte, si raccomanda una posizione comoda seduta in un posto fresco e confortevole.

Prana

Prana inteso come respiro, la parola deriva dal sanscrito e significa vita. Secondo la filosofia induista il prana si acquisisce dalla respirazione, ma non rappresenta solo il respiro ma la vita stessa, l’energia universale a tutti i livelli, fisica dell’uomo, mentale, spirituale, intellettuale, sessuale, e cosmica, atmosferica come la luce, il calore, la gravità, il magnetismo e l’elettricità. Un’energia vitale e spirituale insita in tutti gli esseri.

Il prana scorre nei campi energetici, il mare, i fulmini, le radiazioni cosmiche e della terra, sono carichi di ioni negativi, attirati verso il basso, veloci e di piccole dimensioni. Mentre le tossine come smog, polvere e fumo sono carichi di ioni positivi attratti verso l’alto, lenti e grandi. In una situazione di benessere dovrebbero esserci 3 ioni negativi e 1 ione positivo.

Il prana viene assorbito dal naso, dalla lingua, dalla pelle, dai piedi tramite il contatto con la terra, assorbendo il calore e la luce del sole, nutrendoci con cibi biologici, vestendo con abiti naturali, stando a contatto col mare, grandi quantità di acqua in movimento in evaporazione. Il respiro deve essere costante, profondo, consapevole e diretto verso l’alto. Il prana viene immesso nel corpo attivando il sistema olfattivo, tramite l’ispirazione dell’aria, (il nervo olfattivo appartiene ai 10 nervi cranici ed è il più attivo), il sistema oculare assorbendo e osservando la luce, il sistema gustativo mangiando.

Articolo di Daniela Di Leo

Naturopata ed Insegnante di Hatha Yoga Vinyasa e Yoga Prenatale